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Ambiente: Dare più energia all’Italia

Dare più energia all’Italia – Intervista a Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica

Nell’ambito di un’articolata campagna sul risparmio energetico a Cameri, in provincia di Novara, si è tenuto il convegno “Cambiamenti in corso”, un’occasione per fare il punto sulla situazione emergenziale idrica, energetica e delle materie prime insieme al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin

«Il tema della sostenibilità rappresenta una sfida sistemica che deve impegnare sia il pubblico che il privato – ha dichiarato il ministro – la raccolta differenziata è uno dei nostri punti di forza.

In Italia la percentuale di materiali recuperati è molto più alta rispetto agli altri paesi europei e ci ha permesso di creare un sistema produttivo virtuoso che parte dal riciclo delle materie prime secondarie e che contribuirà sempre più al recupero di molte risorse per noi fondamentali, ma di cui scarseggiamo, dai prodotti che adesso gettiamo come rifiuti».

Quali saranno le politiche e le scelte che porterà all’attenzione del Governo nei prossimi mesi?

«L’obiettivo strategico del Governo è coprire il fabbisogno nazionale di energia entro il 2030 con due terzi di energie rinnovabili e per il restante un terzo utilizzando le energie fossili meno inquinanti cioè il gas. Sul tema dell’efficientamento energetico degli immobili, impostato dall’Europa, abbiamo la necessità di trovare un percorso realista che tenga debitamente in conto delle differenti specificità dei singoli paesi e che porti a un obiettivo finale condiviso e realizzabile economicamente».

Il Ministero dell’Ambiente ha inviato alla Commissione Europea la bozza di un decreto (decreto CER) contenente misure per fornire nuova energia all’Italia. Di cosa si tratta?

«Abbiamo trasmesso a Bruxelles il testo del decreto attuativo e attendiamo a breve un riscontro positivo. Il testo è uno strumento coerente con il doppio obiettivo di questo governo: la decarbonizzazione entro il 2030 e l’autonomia energetica. La proposta trasmessa all’Europa è incentrata su due misure: un incentivo in tariffa e un contributo a fondo perduto. Chi vorrà associarsi in una configurazione di autoconsumo potrà ottenere una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili. Ci sarà poi anche un contributo a fondo perduto a valere sul Pnrr che riguarderà solo le comunità realizzate nei comuni

sotto i 5mila abitanti. La misura che permette l’erogazione di contributi a fondo perduto fino al 40% dell’investimento».

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