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Bonacina 1889, eccellenza nel design italiano

Tradizione, innovazione e sostenibilità si intrecciano nella visione della storica azienda del rattan. Ne abbiamo parlato con Elia Bonacina, Ceo di Bonacina 1889

Bonacina 1889 non è solo un nome nel panorama del design italiano: è un simbolo di eccellenza che attraversa quattro generazioni e 135 anni di storia. L’azienda, specializzata nella lavorazione del rattan (un legno naturale che si estrae dalle palme, ndr), ha saputo reinventarsi con maestria, coniugando tradizione artigianale e innovazione. Dai capolavori firmati da maestri come Gio Ponti alle collaborazioni con giovani designer contemporanei, Bonacina 1889 rappresenta un punto di incontro tra passato, presente e futuro, dove ogni prodotto è una testimonianza di altissima qualità e sostenibilità.

Abbiamo avuto il piacere di parlare con Elia Bonacina, attuale amministratore delegato, per capire come questa storica azienda, esempio di simbolo di qualità e visione imprenditoriale italiana, continui a distinguersi nel panorama internazionale grazie a una chiara visione strategica, una focalizzazione sul prodotto e una continua ricerca creativa.

La vostra azienda è un esempio straordinario di equilibrio tra tradizione e innovazione. Come mantenete viva questa sinergia?

«Siamo un’azienda di 135 anni, oggi guidata dalla quarta generazione. Per noi non c’è futuro senza passato e presente: questo mix culturale è il cuore della nostra qualità. Bonacina 1889 è espressione della migliore tradizione produttiva italiana, basata sull’alta qualità e sul design con un grande valore aggiunto culturale. Siamo fieri delle collaborazioni con grandi maestri del design, da Gio Ponti a Zanuso, a Gae Aulenti, grandissimi nomi che abbiamo avvicinato quando ancora erano sconosciuti, all’inizio delle loro carriere.

Ancora oggi puntiamo su giovani talenti, investendo nella sperimentazione per fare reale innovazione, anche se significa creare prototipi senza certezze immediate. È questo spirito innovativo che ci distingue, insieme alla capacità di sviluppare una vera e propria cultura del prodotto, raccontando il nostro marchio, la nostra storia e il nostro prodotto attraverso uno storytelling autentico. Inoltre, il nostro management è giovane: l’età media è sotto i 35 anni, e io stesso ho 33 anni.

L’innovazione parte dalle persone: senza un cambio generazionale, non può esserci un vero rinnovamento. Stefano Micelli, professore ordinario di Economia all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha descritto in modo efficace il nostro impatto parlando di “restartup” di una realtà di successo, un’azienda tradizionale che è stata rilanciata e reimmessa in una nuova dinamica di mercato».

LOMBARDIA ECONOMY - Bonacina 1889, eccellenza nel design

Parliamo proprio di generazioni e leadership in azienda: quale valore apporta il cambio intergenerazionale?

«L’innovazione parte dalle persone e dal coraggio di osare: in Italia abbiamo avuto imprese grandiose realizzate da persone senza una formazione accademica, ma con una mentalità aperta. Questo spirito rimane centrale. Non basta avere una buona gestione finanziaria, bisogna essere uomini di prodotto, capaci di fare squadra e innovare. Solo così possiamo competere con le realtà globali più aggressive, come Cina e India.

a leadership di Bonacina 1889 si è evoluta mantenendo un forte legame familiare, ma adottando una struttura aziendale moderna. La nostra è un’azienda poco gerarchica, concepita come una grande casa: non abbiamo una mensa, ma un ristorante per i nostri dipendenti, una sala per riposarsi con letti, un salotto con televisione e un bar sempre fornito. Questo ambiente favorisce collaborazione e scambio continuo, anche durante i pasti. È una filosofia che valorizza il benessere delle persone, creando uno spazio dove anche il lavoro si arricchisce di creatività e confronto».

Bonacina 1889 vanta importanti collaborazioni con designer di fama internazionale: che valore hanno nella vostra visione?

«Abbiamo il privilegio di custodire un archivio straordinario, con oltre 1600 pezzi realizzati da designer. La nostra apertura ci ha portato a lavorare con figure consolidate come Piero Lissoni, ma anche con giovani appena usciti dall’università, quando intravediamo idee promettenti. È un lavoro continuo di contatti e contaminazioni. Attualmente, per esempio, stiamo collaborando con sei designer di background diversi, alcuni provenienti da settori come l’automotive e l’aerospace, per sperimentare soluzioni disruptive».

Sostenibilità e materiali naturali sono pilastri della vostra produzione. In che modo perseguite questi obiettivi?

«La sostenibilità è un tema che da sempre fa parte della nostra storia. L’azienda è nata nel 1889, agli albori dell’industria: gli artigiani come il mio bisnonno non sprecavano nulla, mettevano già in pratica un’economia circolare ante litteram. Ancora oggi la lavorazione del rattan, giunco e midollino, è fedele ai metodi tradizionali e completamente manuale. Non utilizziamo macchinari, non ci sono processi energivori, e ogni prodotto è pensato per durare decenni, è riparabile e riciclabile.

È emozionante quando clienti ci portano a riparare pezzi realizzati dal mio bisnonno: è la prova tangibile di un ciclo di vita realmente circolare. Inoltre, il materiale che utilizziamo, il rattan, è una pianta infestante che cresce rapidamente (ritorna alla stessa dimensione nel giro di cinque anni): la sua raccolta – abbiamo un rapporto diretto con i contadini asiatici delle zone equatoriali che coltivano le qualità migliori – non impoverisce l’ecosistema. Siamo convinti che questo materiale nobile abbia un grande potenziale ancora in gran parte inespresso».

LOMBARDIA ECONOMY - Bonacina 1889, eccellenza nel design

Negli ultimi decenni, Bonacina 1889 ha consolidato il proprio know-how anche nel settore outdoor. Come si sta evolvendo questo segmento?

«L’outdoor è in forte crescita, con incrementi a doppia cifra ogni anno. Stiamo registrando un ritorno al contatto con la natura: vivere gli spazi verdi è un’esigenza crescente e il nostro obiettivo è offrire soluzioni che coniughino bellezza, funzionalità e sostenibilità. Noi siamo pionieri in questo segmento perché già negli anni Settanta e Ottanta abbiamo avviato sperimentazioni con materiali come alluminio, acciaio inox e fibre sintetiche, verniciature particolari e formule brevettate. Oggi, metà del nostro fatturato deriva dai prodotti outdoor, realizzati con fibre di altissima qualità e riciclabili. I nostri prodotti sono caratterizzati da una grandissima longevità e resistenza, grazie all’esperienza maturata nei decenni».

Oltre alla forte tradizione artigianale, come integrate la tecnologia e il digitale nella vostra strategia, sia in termini produttivi che di comunicazione?

«Il nostro approccio digitale, assolutamente spontaneo per questioni anagrafiche, è stato costruito con una logica di supporto alle persone, senza mai snaturare l’artigianalità del prodotto. Siamo stati tra i primi del nostro settore a utilizzare un gestionale completamente in cloud, e oggi abbiamo un configuratore 3D sul nostro sito per offrire un’esperienza più coinvolgente ai clienti. Stiamo sperimentando l’intelligenza artificiale a supporto di tutti i reparti in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari.

Tra i nostri obiettivi c’è lo sviluppo di un chatbot personalizzato che funzioni come un maestro, capace di trasferire lo storytelling aziendale e l’esperienza accumulata negli anni. Questo strumento servirà non solo a mantenere alta la formazione interna, ma anche a raccontare la nostra storia all’esterno. La tecnologia è per noi un facilitatore, utile per analizzare dati, ottimizzare i processi produttivi e migliorare l’interazione con i clienti. Tuttavia, siamo convinti che l’elemento umano rimanga insostituibile: abbiamo bisogno di persone di grande valore, creative e capaci, e la tecnologia è solo un mezzo per esaltare queste qualità».

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