Il bonus terme potrebbe essere un volano per l’intero settore, che ha visto numeri discontinui negli ultimi mesi
Il vicepresidente di Federterme, Giorgio Matto, non ha dubbi sulla grande spinta che porterà l’iniziativa. “E’ un’opportunità per la nostra economia – spiega – è un’iniziativa su fondi stanziati (53 milioni di euro per 250mila richieste) già dall’anno scorso, per una manovra slittata ad agosto ed infine novembre, come sappiamo. Ma è anche un segno di attenzione al nostro settore. È difficile fare previsioni sulla buona riuscita, ma ha già sicuramente un grande vantaggio: quello di far parlare di un settore che non è così conosciuto come sembra, perché viene spesso erroneamente associato a un generico percorso spa e benessere. Le terme sono molto di più – sottolinea Matto– e parliamo invece di quasi 400 centri termali circa in Italia e che sono, in primis, dei presidi sanitari”.
Un microcosmo ben strutturato, un sistema che in un’Italia pre-pandemica accoglieva fino a 2 milioni e 790 mila clienti (di cui il 12% stranieri) secondo il sito di Federterme. “Auspichiamo che sia anche riproposto anche nel 2022, visto che il dato sulle perdite subite nel periodo di lockdown, a livello nazionale, si calcola mediamente sia stato fra il 65% ed il 75%, ovvero due terzi del fatturato – dichiara il vicepresidente – e ci vorranno anni per risollevare l’intero settore”.
E in molti casi, come anche nell’impianto di Rivanazzano Terme (PV) di cui Giorgio Matto è anche amministratore unico, non sono mancati ulteriori investimenti per interventi di ampliamento e ristrutturazione, volti a sviluppare ancor più la proposta turistica, così come in altre province.
A Bormio (So), territorio che vanta un’altra ricca offerta termale e che attende di risollevarsi dopo un trend in crescita, tutto si è interrotto bruscamente con l’emergenza Covid.
“La pandemia è sopraggiunta dopo che nel 2019 i 3 stabilimenti termali di Bormio avevano superato la soglia di 300.000 primi ingressi, con un totale che superava anche il milione di presenze annue, confermando un trend in costante crescita sin dagli anni precedenti, pari ad aumenti di almeno il 10% – ci racconta Mauro Bassi, direttore di Bormio Terme, società che aveva raggiunto nel 2019 un risultato virtuoso raggiungendo un valore della produzione pari ad € 4.322.000 e un bilancio positivo pari ad € 9.248 -. Con il lockdown generale – riprende – il bilancio al 31.12.2020 ha fatto registrare per Bormio Terme un valore della produzione pari a € 2.533.000 con un risultato negativo pari a – € 240.638. Ora, a fronte dei primi mesi del 2021, è rimasta confermataun’annualità dalle forti incertezze, caratterizzata dall’apertura dell’area benessere solo a partire dal1° luglio scorso. Fortunatamente i dati relativi ai ricavi hanno smentito il business plan cautelativo, steso dall’organo di amministrazione per il 2021, facendo ben sperare per la stagione invernale 21/22”, ci racconta il direttore.

E il bonus terme potrebbe essere anche un incentivo alla scoperta del territorio. The wellness mountain, il recente claim che ha rilanciato Bormio Terme, è un progetto che vuole spingere l’unicum di un centro storico a 1225 metri di altezza, storicamente autonomo e che ne ha fatto da sempre uno strategico crocevia da e verso l’estero. Forte della stagione estiva per l’outdoor e di quella invernale per lo sci, ha scoperto proprio negli ultimi anni anche la “terza stagione”, in virtù proprio della valorizzazione termale extra-stagionale. Una risorsa che, in chiave turistica, si è evoluta nel tempo. Alimentata infatti da una delle 9 fonti termali che servono gli impianti presenti nell’intero circuito locale (insieme ai bagni vecchi e ai bagni nuovi, entrambi completamente privati), Bormio Terme – azienda partecipata da enti pubblici locali al 92% e fondata nel 1920 – è stata capace oggi di “democratizzare” l’offerta termale locale alimentandosi da una condotta diretta che viene utilizzata per varie cure inalatorie, balneofangoterapia e balneoterapia, in convenzione con il sistema sanitario nazionale.
Dopo il rilancio del sito istituzionale, in programma proprio in quest’impianto (già ristrutturato nel 2006) c’è ora un progetto di rifacimento ed implementazione dei servizi, nel quadro di ulteriori investimenti auspicabili per i disegni olimpici collegati a Milano-Cortina 2026 sul territorio, come l’ottimizzazione dei collegamenti dei versanti e il rilancio del comprensorio. Molto ambiziosa entro il 2023 è infatti l’ipotesi di ristrutturazione di Bormio Terme, un piano di cui era già assegnato lo studio preliminare per il riassetto della facciata ed il complessivo potenziamento dei servizi per l’impianto cittadino, specie quelli maggiormente dedicati alle famiglie. Un progetto del valore stimato di 8 milioni di euro di lavori che si è arrestato solo con la pandemia e che, archiviate anche le ultime consultazioni amministrative locali, dovrebbe ora riprendere il suo iter.

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