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Il segreto del successo? Le persone

Secondo Renzo Cenciarini, fondatore della Cenciarini & Co., il successo imprenditoriale dipende dalle persone e dal team, non solo dagli utili. La dimensione umana è cruciale per le start up

«Un imprenditore che non ha solo a cuore gli utili aziendali, ma anche e soprattutto il bene dell’azienda e delle persone che la compongono, è un imprenditore più valido e con un futuro più promettente di chi pensa esclusivamente agli utili». Ne è convinto Renzo Cenciarini, Associate Professor of Practice, Entrepreneurial Finance presso la Scuola di Direzione Aziendale Bocconi, docente presso il Dipartimento di Management e Tecnologia dell’Università Bocconi, nonché fondatore della Cenciarini

& Co. – Merchant and Investment Banking. Fondata nel 1998, oggi si posiziona come uno degli investitori in startup di maggiore successo degli ultimi anni. Ma nel corso di oltre 25 anni di attività ha attraversato settori e mercati diversi, ottenendo importanti risultati e con ritorni sul totale degli investimenti al vertice dei rendimenti di settore.

Ma come è nata l’idea di dar vita alla Cenciarini & Co.?

«In quel periodo, stavo guardando alle opportunità della ristrutturazione aziendale in ambito telco, società come Alcatel Nokia, Siemens, stavano dismettendo alcune linee di attività e ho iniziato così la mia avventura da investitore. Dopo una decina di anni, però ho capito che quel filone era esaurito e ho iniziato a cercare nuove idee su cui investire. Già nel 2003 avevamo iniziato con il fotovoltaico, settore nel quale siamo rimasti fino al 2013, poi abbiamo puntato sulle start up».

LOMBARDIA ECONOMY - Il segreto del successo? Le persone
Professor Cenciarini

Avete operato in ambiti molto diversi, ma se dovesse trovare una regola comune: qual è l’elemento su cui puntare per un investimento vincente?

«Il team, sicuramente. Negli Stati Uniti c’è una regola non scritta: “Un team di serie A riesce a portare al successo un’idea di serie B, un team di serie B fa fallire anche un’idea di serie A”. I promotori devono avere delle buone qualità imprenditoriali: devono avere la capacità di fare squadra, saper scegliere le persone giuste, devono saper creare cultura e soprattutto capire quando è il momento di riposizionare l’azienda, quello che si dice un pivot.

Praticamente nessuna start up, dopo dieci anni, continua a fare quello che faceva quando è partita. Poi, certo, bisogna guardare le competenze tecniche, la capacità di attrarre finanziamenti, ma prima di Renzo Cenciarini tutto il team».

Come si insegna ai giovani imprenditori la centralità della dimensione umana?

«Nel titolo del mio corso c’è la parola entrepreneurship, ma l’imprenditorialità non si può insegnare: i cromosomi imprenditoriali uno ce li ha o non ce li ha, poi al massimo li si può affinare. Io cerco di insegnare come far crescere una start up, provo a migliore le loro chance di successo. E tutto questo si insegna attraverso esempi illuminanti, quelli di altri startupper che ce l’hanno fatta.

E dagli esempi di successo, come l’esperienza mi insegna, emerge che il team, la dimensione umana è il vero segreto del successo di una start up. È l’elemento che tiene insieme l’impresa nei momenti difficili. Un esempio è Switcho, società di servizi

fondata da due miei studenti, che in cinque anni ha fatto crescere di 10 volte l’investimento e ha raggiunto gli 80 dipendenti. I fondatori sono stati bravi a creare un ambiente positivo e a puntare sulle persone: malgrado i ritmi di lavoro più che serrati, non se n’è mai andato via nessuno e si è costruita una squadra vincente».

Passando al mondo delle start up non vi siete fermati: nel 2020 avete iniziato a concentrarvi sul settore tecnologico, poi nel 2022 avete introdotto la divisione TLI Space. Quale valore aggiunto portate in questi campi?

«Ci siamo avvicinati al settore tecnologico per due ragioni: ci siamo sempre concentrati principalmente sulle proposte imprenditoriali dei miei ex studenti e, col tempo, la maggior parte era nel settore tech, che è anche quello che offre maggiori opportunità. Discorso simile vale per la Space Economy, anche se forse abbiamo iniziato troppo presto: per i costi, attualmente, c’è ancora poco spazio per i privati. In ogni ambito portiamo le nostre competenze in ambito finanziario e li aiutiamo nell’attività di fundraising, grazie ai miei contatti.

Uno degli ultimi casi è 40factory, azienda che si occupa di maintenence prediction di macchinari industriali attraverso l’intelligenza artificiale, un’idea molto promettente, che abbiamo aiutato nella fase di fundraising».

Possiamo riassumere la lezione di questi oltre 25 anni in una frase: “Più delle idee contano le persone”?

«Come dicevo è fondamentale avere a cuore il bene dell’azienda e l’azienda, alla fine, è composta dalle persone. Far crescere i rapporti personali, fare cultura, coincidono con fare il bene delle persone. E un’azienda capace di empatia ha intrinsecamente a cuore la sostenibilità a 360 gradi. Diventa sostenibile anche senza dover seguire i protocolli di sostenibilità aziendale».

Scopri di più su Cenciarini & Co.

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