Periodico sulle tendenze dell’Economia

Magnolia IBC, termometro nazionale delle imprese

Potenzialità e gap del momento delle imprese italiane per settore merceologico, secondo una società di business consulting di calibro internazionale come Magnolia IBC

Manifatturiero, Guido Biasia e Alessandro Tazzioli, partner nella international business consulting Magnolia (sito web), tracciano un quadro completo delle imprese al cospetto di mercati sempre più competitivi. Ecco i punti di forza e di debolezza di uno scenario nazionale alle prese con le prossime maggiori sfide dei mercati mondiali.

Accompagnate le imprese su mercati nuovi e quasi sempre molto diversi tra loro.
Che tipo di PMI oggi sono tra le più competitive in Italia e perché?  

L’Italia ha una forte tradizione manifatturiera, con molte PMI specializzate in prodotti di alta qualità come mobili, moda e beni di lusso. Queste aziende hanno spesso una lunga storia di produzione di articoli artigianali o fatti a mano, che sono molto apprezzati sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, molti produttori italiani hanno investito molto in tecnologia e automazione per rimanere competitivi e aumentare l’efficienza. Secondo Eurostat, il settore manifatturiero in Italia rappresenta circa il 24% del PIL del Paese. L’Italia è particolarmente forte nei settori manifatturieri di fascia alta come la moda, i beni di lusso e i mobili. Ad esempio, si stima che il settore italiano della moda e dei beni di lusso abbia un valore di circa 100 miliardi di euro e che aziende italiane come Gucci, Prada e Ferragamo siano tra i marchi più riconoscibili al mondo. Secondo la Commissione Europea, l’Italia è una delle maggiori economie manifatturiere d’Europa, con oltre 2,5 milioni di imprese manifatturiere e una forza lavoro di circa 13,5 milioni di persone. Inoltre, l’Italia è il settimo esportatore mondiale di beni, con un valore totale delle esportazioni di 516 miliardi di euro nel 2021. Le PMI italiane del settore manifatturiero sono note per i loro prodotti di alta qualità e per l’uso di tecnologie avanzate e di automazione. Ad esempio, secondo un rapporto del Boston Consulting Group, negli ultimi 5 anni le PMI italiane hanno investito oltre 20 miliardi di euro in nuove tecnologie e digitalizzazione.

 Nel comparto food & beverage che segnali registrate?
L’Italia è rinomata per la sua cucina e il suo vino e molte PMI italiane sono coinvolte nella produzione di alimenti e bevande. I prodotti alimentari italiani sono molto apprezzati per la loro qualità, il gusto e l’autenticità, il che conferisce alle PMI italiane un vantaggio competitivo sul mercato globale. Inoltre, molte aziende italiane del settore alimentare e delle bevande hanno abbracciato l’innovazione e la tecnologia per migliorare i loro prodotti e processi produttivi. L’Italia è uno dei maggiori esportatori di cibo e vino al mondo, con esportazioni di prodotti alimentari che rappresentano quasi il 10% delle esportazioni totali del Paese. Secondo l’Italian Trade Agency, il settore alimentare e delle bevande è il secondo settore manifatturiero in Italia. I prodotti alimentari italiani, come la pasta, l’olio d’oliva e il vino, sono particolarmente ricercati a livello globale, e le esportazioni del solo vino italiano raggiungeranno i 7,1 miliardi di euro nel 2021. L’Italia è il più grande produttore di vino al mondo ed è anche nota per i suoi prodotti alimentari di alta qualità come l’olio d’oliva, i formaggi e i salumi. Secondo un rapporto dell’Italian Trade Agency, le esportazioni italiane di alimenti e bevande rappresentano circa il 33% del fatturato totale. Le PMI italiane del settore sono spesso specializzate in prodotti di nicchia e hanno una forte attenzione alla qualità e all’autenticità.

 Visto che tra le eccellenze made in Italy spicca ancora prepotentemente il design, che riscontri arrivano invece da quel tipo di industria?
Per le industrie creative, l’Italia ha una forte tradizione di design e creatività e molte PMI sono impegnate in questo settore. I designer e i creativi italiani sono noti per il loro design innovativo ed elegante, molto ricercato in tutto il mondo. Le PMI italiane di questo settore spesso collaborano con aziende più grandi per produrre prodotti o servizi unici e di alta qualità. Design e industrie creative: Secondo un rapporto di McKinsey, le industrie creative e culturali in Italia hanno un valore stimato di circa 91 miliardi di euro, di cui il settore del design rappresenta una parte significativa. Il design italiano è particolarmente noto per l’innovazione, lo stile e la qualità, con le PMI italiane che spesso collaborano con grandi aziende per produrre prodotti unici e di alta qualità. L’Italia è la patria di molti designer e creativi di fama e le PMI italiane del settore sono note per il loro design innovativo ed elegante. Le PMI italiane del settore collaborano spesso con grandi aziende per realizzare prodotti unici e di alta qualità.

Tre best practices oggi restano per molti la formazione, lo sviluppo dei mercati e l’innovazione continua specie tecnologica. Ma su quali altri fattori oggi si proietta un’azienda visionaria?

Sicuramente un azienda visionaria deve innanzitutto focalizzarsi sulla centralità del cliente: Un’azienda che si concentra sui propri clienti è in grado di comprenderne meglio le esigenze, le preferenze e i punti dolenti. Mantenendo il cliente al centro della propria strategia, un’azienda può sviluppare prodotti e servizi su misura per soddisfare le sue esigenze, aumentando così la soddisfazione, la fedeltà e la fidelizzazione dei clienti. A tal proposito è stato effettuato un interessante studio di Deloitte, che mostra come le aziende centrate sul cliente sono più redditizie del 60% rispetto a quelle che non lo sono.

Un altro tema sicuramente importante è quello della sostenibilità: Oggi più che mai i clienti si preoccupano dell’impatto ambientale dei prodotti che acquistano e delle aziende che sostengono. Un’azienda lungimirante dovrebbe dunque concentrarsi sulla sostenibilità adottando pratiche ecologiche, riducendo l’impronta di carbonio e utilizzando materiali e imballaggi ecologici. A tal proposito, uno studio internazionale di Nielsen ha rilevato che l’81% dei consumatori di tutto il mondo ritiene che le aziende debbano contribuire a migliorare l’ambiente.

Un terzo tema che vorrei sottolineare è quello della diversità e inclusione: Nel mondo globalizzato di oggi, le aziende che abbracciano la diversità e l’inclusione sono meglio posizionate per avere successo. Promuovendo una cultura della diversità e dell’inclusione, un’azienda può sfruttare le prospettive e le esperienze uniche dei suoi dipendenti per promuovere l’innovazione e la creatività. Inoltre, i team eterogenei sono meglio attrezzati per comprendere e servire segmenti di clientela diversi. Secondo uno studio di McKinsey & Company, le aziende con team esecutivi diversificati hanno il 33% di probabilità in più di avere una redditività superiore alla media rispetto alle aziende senza team esecutivi diversificati.

In conclusione, un’azienda visionaria dovrebbe concentrarsi non solo sulla formazione, sullo sviluppo del mercato e sull’innovazione continua, ma anche sulla centralità del cliente, sulla sostenibilità e sulla diversità e inclusione. Dando priorità a questi fattori, un’azienda può creare valore a lungo termine per i suoi stakeholder, contribuendo al contempo al bene della società.

Osservando le aziende dal loro interno, quali dati soffrono oggi maggiormente, secondo le vostre case history e perché?

Una delle sfide più significative per le aziende italiane è stata la questione della produttività. Secondo i dati Eurostat, nel 2019 la produttività del lavoro in Italia era inferiore del 17% rispetto alla media dell’UE-27. Questa bassa produttività è stata un problema persistente per le aziende italiane, soprattutto quelle del settore manifatturiero. Questa bassa produttività è stata un problema persistente per le aziende italiane, soprattutto per quelle del settore manifatturiero. Le aziende manifatturiere italiane hanno faticato a competere con i produttori a basso costo di altri Paesi, il che ha portato a un calo della loro quota di mercato.

Un’altra divisione all’interno delle aziende italiane che ha dovuto affrontare delle sfide è quella della ricerca e sviluppo (R&S). Secondo Eurostat, nel 2021 l’Italia ha speso meno del 1,5% del suo PIL in R&S, un valore nettamente inferiore alla media UE. Questa mancanza di investimenti in R&S ha fatto sì che le aziende italiane siano state lente nell’adottare nuove tecnologie e processi, ostacolando la loro capacità di competere a livello globale.

In conclusione, la produttività e la R&S sono le divisioni all’interno delle aziende italiane che storicamente hanno dovuto affrontare delle sfide.

Non solo conquistare un mercato, ma anche mantenerlo è una sfida, specie in un momento in cui la tecnologia sbilancia in breve tempo equilibri consolidati. Cosa suggerisce il vostro know how ?

In primo luogo, le aziende devono innovare continuamente e adattarsi alle mutevoli tendenze del mercato e alle esigenze dei consumatori. Secondo un’indagine condotta da McKinsey, le aziende che sono in grado di adattarsi alle mutevoli condizioni del mercato e di innovare hanno una probabilità 1,5 volte maggiore di essere performanti rispetto ai loro colleghi.

In secondo luogo, le aziende possono sfruttare la tecnologia per rimanere davanti alla concorrenza. Ad esempio, l’adozione dell’intelligenza artificiale (AI) può aiutare le aziende a comprendere meglio i propri clienti e a prendere decisioni basate sui dati. Secondo un rapporto di Accenture, l’IA può aumentare la redditività in media del 38% entro il 2035.

In terzo luogo, le aziende devono concentrarsi sulla costruzione di relazioni solide con i propri clienti. Secondo uno studio di Bain & Company, aumentando i tassi di fidelizzazione dei clienti del 5% si possono incrementare i profitti fino al 95%. Questo obiettivo può essere raggiunto fornendo un servizio clienti eccellente, creando esperienze personalizzate e promuovendo la fedeltà dei clienti.

Infine, le aziende dovrebbero concentrarsi sulla costruzione di una forte immagine e reputazione del marchio. Uno studio di Edelman ha rilevato che il 64% dei consumatori acquista da marchi che condividono i loro valori e l’89% dei consumatori è fedele a marchi che condividono i loro valori.

In sintesi, per mantenere la leadership di mercato si consiglia di innovare continuamente per adattarsi alle nuove condizioni di mercato, di investire in tecnologia, di costruire una forte relazione con i clienti e di concentrarsi sulla costruzione di una forte immagine e reputazione del marchio.

Quale settore imprenditoriale secondo la vostra esperienza, rischia di restare maggiormente indietro nel panorama italiano?

Secondo i recenti dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), il settore che rischia di rimanere indietro in Italia è quello del commercio al dettaglio.

Il settore del commercio al dettaglio in Italia sta affrontando le sfide poste dalla crescita dell’e-commerce, che negli ultimi anni è aumentato rapidamente. Molte piccole e medie imprese (PMI) del settore hanno faticato ad adattarsi al passaggio agli acquisti online e all’e-commerce.

Per rimanere competitivi, i rivenditori italiani devono adattarsi alle mutevoli preferenze dei consumatori e abbracciare la trasformazione digitale. Ciò significa investire in piattaforme di e-commerce, migliorare l’esperienza dei clienti online e utilizzare l’analisi dei dati per comprendere meglio il comportamento e le preferenze dei clienti.

D’altra parte, i settori della tecnologia e del digitale in Italia sono cresciuti costantemente negli ultimi anni, con molte startup e aziende consolidate che si concentrano sull’innovazione e sulla trasformazione digitale. Ciò suggerisce che le aziende di questi settori possono avere un vantaggio competitivo nel panorama italiano.

In conclusione, l’industria italiana della vendita al dettaglio è quella che più rischia di rimanere indietro nel panorama attuale e le imprese del settore devono intervenire per adattarsi alle mutevoli tendenze del mercato e alle preferenze dei consumatori.

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Antonella Tereo
Giornalista specializzata in attualità, lifestyle e turismo

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