Quanto: riso bio e non solo

Quanto è una start up che unisce innovazione e sostenibilità nel settore del riso biologico, con focus su divulgazione scientifica

L’innovazione sostenibile è oggi al centro anche del percorso evolutivo del settore alimentare. Produzioni più responsabili, meno invasive per l’ambiente e più sicure per la salute dell’uomo sono il pilastro della transizione nel mondo Food.

Quanto è una start up innovativa che si inserisce perfettamente in questo contesto in crescita. Fondata a novembre 2021 dalla docente universitaria Anna Cecilia Rosso come spin off dell’Università degli studi dell’Insubria, si occupa di produrre riso bio e fare divulgazione scientifica, attraverso i suoi chicchi.

Non poteva che nascere in Italia, il maggiore produttore di riso in Europa, e nello specifico nella provincia di Vercelli, una delle aree più vocate del Paese a questo tipo di coltivazione.

Quanto nasce nel cuore di una famiglia che fin dall’inizio del Novecento si è dedicata alla coltivazione del riso nella campagna del vercellese. Rosso ha sapientemente raccolto la storica tradizione familiare e l’ha coniugata con la sua passione per la divulgazione dei valori della scienza.

«Mi sono resa conto che, per colpa di noi ricercatori, tutto quello che noi sappiamo e studiamo non viene recepito nella nostra società. Ho pensato allora a un modo semplice e alternativo di portare i messaggi della ricerca, sfruttando la capacità aggregativa del cibo, in questo caso il riso. E così è nato QuantoRiso.com».

Di innovazione e sostenibilità in ambito alimentare, di riso e di formazione, Lombardia Economy ha parlato direttamente con Anna Cecilia Rosso, Founder della start up.

Quali sono gli elementi di innovazione di Quanto?

«L’innovazione in Quanto è rappresentata dall’utilizzo di varietà di riso altamente sostenibili, ancora sconosciute e poco presenti in commercio. La nostra sfida è quella di veicolare una corretta informazione, attraverso il cibo, per cercare di cambiare la percezione dei consumatori su alcuni temi importanti nella nostra società».

Come coniuga innovazione e sostenibilità?

«L’innovazione oggi è necessariamente sostenibilità. Non possono essere considerate separatamente. Ormai qualsiasi prodotto innovativo deve essere anche sostenibile. Detto ciò, in questo contesto, portiamo avanti due ambiziosi obiettivi.

Il primo: vendere riso biologico, sano e di elevata qualità, prodotto in modo molto sostenibile e contestualmente informare i consumatori sui suoi molteplici usi e proprietà. Ci adoperiamo per aumentare le loro conoscenze sulle diverse tipologie di riso.

Non tutte le varietà, infatti, sono uguali. Inoltre ci impegniamo a comunicare le sue caratteristiche di sostenibilità. Collaboriamo inoltre con istituzioni come la Strada del Riso, Ente Nazionale Risi ed esperti di riso (sommelier e agronomi del riso).

Il secondo: portare conoscenza sulle tavole dei nostri consumatori, per aumentare la coscienza e consapevolezza sociale. Capire l’evoluzione culturale che la nostra società sta vivendo è indispensabile per favorire il naturale sviluppo, ma anche per saperla affrontare.

Lavoriamo con studiosi accademici, esperti divulgatori, illustratori, per trasmettere un messaggio rivoluzionario in modo semplice, che possa essere non solo capito ma anche interiorizzato. I cambiamenti richiedono tempo, soprattutto se sono culturali, e devo essere adeguatamente supportati».

Quali i prodotti attuali e quali le caratteristiche peculiari?

«I prodotti in commercio attualmente sono 3, tutti biologici e di produzione sostenibile, in particolare il rosso e il nero. Il Carnaroli Quanto è un riso molto pregiato, prodotto secondo i principi dell’agricoltura biologica nel vercellese, una delle zone elettive per la coltivazione di questo cereale in Italia. Il Carnaroli è ideale per i risotti, ma ottimo anche per insalate e timballi perché ha un’eccellente tenuta di cottura in qualsiasi preparazione e assorbe benissimo i condimenti.

Il riso nero biologico Ebano® è un riso profumato e saporito, dalle molteplici proprietà benefiche per la salute, che viene prodotto secondo i principi dell’agricoltura biologica, nel vercellese. È un riso con granello nero medio aromatico, con pianta a taglia bassa e ciclo precocissimo, adatto a semine ritardate per rotazione in regime di agricoltura biologica.

È sostenibile e a basso impatto ambientale: essendo resistente al brusone, patologia fungina del riso, non richiede trattamenti fungicidi. Ha tuttavia una produttività limitata, dovuta al ciclo particolarmente corto.  Il riso nero Ebano® è un riso integrale ideale da accompagnare semplicemente con verdure cotte o crude e un filo d’olio extravergine di oliva. È ottimo mangiato sia caldo, che freddo.

Poi abbiamo il riso rosso, con una nuovissima varietà in arrivo fra un paio di mesi. Ha caratteristiche molto simili al nero per quanto riguarda la resistenza alle patologie del riso e quindi non richiede trattamenti fungicidi».

Dove vengono distribuiti attualmente?

«Al momento vengono distribuiti in negozi di nicchia selezionati e drogherie – principalmente nella zona di Milano – e ristoranti, che condividono il nostro quadro di valori aziendali: l’ecosostenibilità e la passione per la scienza. Per garantire la distribuzione anche a livello nazionale è stato aperto un e-commerce. I nostri prodotti sono acquistabili anche tramite Amazon».

Quanto è anche formazione: può dirci di più a tal riguardo? E quali sono le finalità?

«Sempre nell’ottica di perseguire il nostro secondo obiettivo – ovvero portare conoscenza sulle tavole dei nostri consumatori – organizziamo laboratori di cucina e food waste, gite nei campi per far conoscere dove e come cresce il riso, e realizziamo articoli divulgativi.

Ci occupiamo inoltre di studiare l’impatto che i nostri eventi e laboratori hanno sui consumatori. Si tratta di un’analisi indispensabile per comprendere come ottimizzare i nostri metodi di comunicazione per la finalità divulgativa che ci siamo prefissati».

 Quali gli obiettivi per il futuro?

«Tanti! Su tutti, cercare di consolidare e integrare sempre di più le due anime di Quanto. Questo ci permetterà di raggiungere i nostri due obiettivi contemporaneamente».

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Immagine di Beatrice Elerdini
Beatrice Elerdini

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